Emozioni allo specchio

Fratello o sorella

RB:

Ho curiosità di sapere da chi ha figli maggiori, o dai figli maggiori stessi, come si rapportano/vi rapportate col fratello/sorella Sotos? Questo perchè Gloria ha una sorella maggiore…e voglio capire se certi suoi atteggiamenti sono fisiologici della situazione che sta vivendo…oppure fanno parte della crescita? Anche chi non ha altri figli può dare un parere, ne sarei contenta..non voglio escludere nessun amico. Grazie

XX:

Ciao!! Io non so come si comporta la tua figlia maggiore nei confronti di Gloria…ma posso parlarti di me nei confronti di mio fratello. Quando lui è nato avevo già 15 anni….quindi ero molto più grande di tua figlia. Sono sempre stata molto protettiva nei suoi confronti…ho vissuto tutti i problemi da adulta e tutto questo mi ha fatta maturare molto in fretta….prima dei miei coetanei.

Mentre i miei amici avevano come unica preoccupazione decidere dove andare a ballare il sabato sera, io affrontavo con i miei genitori i problemi quotidiani legati alla ormai famosa sindrome di Sotos. Ho sempre cercato di educare mio fratello, di aiutarlo, di essere un esempio positivo per lui. Ho anche fatto del mio meglio per giocare con lui, anche se quando è nato io non giocavo più da un pezzo….e con lui non è facile giocare…Se tu vuoi spiegarmi quali sono gli atteggiamenti di tua figlia che non capisci io posso darti la mia opinione in qualità di “sorella di un bambino Sotos”, e posso dirti se sono comportamenti che adotto anche io.

RB:

la sorella di Gloria è una bambina estremamente curiosa a 360° gradi, da sempre e se non ha una situazione sotto controllo in modo completo..entra in crisi.. E’ una bambina che esterna molto quello che sente, esterna anche la difficoltà ad avere una sorella così “difficile” come la sua, e a volte la aggredisce stizzita. E’ ovvio che da quando aveva 4 anni a oggi, si è resa conto della situazione, proprio perchè è molto avida di nozioni, ha sempre fatto tante domande e noi abbiamo, nei dovuti modi, risposto.

Dopo Natale è entrata in crisi, ci ha scritto 3 lettere a me e al papà chiedendoci aiuto, perchè stava attraversando un momento difficile….abbiamo pensato alla scuola (la 3a elementare è un bel salto…), allo sport…ha voluto interrompere la piscina, aveva paura di non farcela a fare le cose anche le più banali…..insomma per farla breve…io e mio marito ne abbiamo parlato all’U.o.n.p.i.a. e grazie a loro abbiamo ottenuto un percorso di 5 incontri tra lei e una psicoterapeuta, la quale ci ha confermato la forte personalità di nostra figlia, ma anche un senso di forte protezione e un po’ colpa nei confronti della sorellina.

Ma dopo questi incontri nostra figlia è cambiata, è ritornata lei e ci ha ringraziati per averla ascoltata. Quello che mi chiedo è…come fare per farle capire (anche se lei lo ha capito benissimo)…direi più ad accettare la sorella? Quando sono al bar a comprare il gelato, se la sua sorellina si innervosisce perchè non c’è quello che vuole lei e si pianta con le braccia incrociate…la più grande si sente a disagio col mondo intero e mi dice che lei non si merita una sorella così.

Credetemi…la nostra piccolina non è mai stata esclusa da nulla, conosce i compagni della sorella, e loro conoscono lei….ma lei a volte vorrebbe che sparisse, NON che si vergogna questo no…ma per me non è arrivata ancora, da bambina che è, ad accettare la diversità. Ecco spero di aver chiarito meglio le cose…un abbraccio a tutte

SC:

voto 10, cara Rossana, per la tua esposizione e per tutto il resto…io posso dire ben poco, il mio bambino è figlio unico, ma onestamente credo che sia tutto fin troppo normale. Non mi vergogno a dirlo, soprattutto a voi, ma anche io talvolta mi sento a disagio con mio figlio, quando siamo in mezzo alla gente…solo che io forse so gestire meglio tutto questo, mentre tua figlia…ha solo 9 anni!!!!

Cucciola…credo che tu e tuo marito stiate facendo già tutto quello che c’è da fare con lei, che abbiate impostato in modo eccellente il rapporto tra lei e sua sorella.Io non credo che lei non accetti (o almeno non abbastanza) la condizione di sua sorella, però a volte questa situazione è un peso anche per lei, ecco…la vostra fortuna penso che sia proprio nel carattere di vostra figlia, che non si tiene tutto dentro ma vi fa partecipi dei suoi problemi….guarda un po’ che strane coincidenze.

Proprio in questi giorni ho letto un bellissimo romanzo da cui erano peraltro tratte le citazione che ti sono tanto piaciute..si chiama “la stanza di mio fratello” di Anne Icart, ed è la storia vera di una sorella minore di un ragazzo “speciale” e racconta l’amore, il bisogno di proteggere questo fratello “con le ali spezzate”…ma anche la frustrazione di non avere una famiglia normale, a volte il desiderio di avere un altro fratello, sentimenti forti che a tratti si contrappongono, ma che credo siano assolutamente fisiologiche nelle nostre famiglie.

XX:

Allora…..anche io credo che sia assolutamente normale quello che prova vostra figlia. Devo dire che lo capisco molto bene. In effetti non è vergona…assolutamente no! Io ho subito accettato e capito il mio fratellino (anche perchè ero ben più grande di vostra figlia e ho una sorella gemella che è la mia più grande confidente…ci siamo aiutate tantissimo a vicenda….abbiamo sempre sfogato tutto quello che avevamo dentro parlando fra noi).

Mi ha colpito e commosso tantissimo la frase che ha scritto Silvia tratta dal libro “La stanza di mio fratello”, (“non ho mai fatto caso alle parole che ti incespicano contro le labbra, all’andatura scoordinata, ai ritardi accumulati. Non ho visto niente di tutto questo, mai, accecata da un’immensa ammirazione”), perchè è quello che ho sempre pensato io di mio fratello. Non ho mai fatto i confronti tra lui e i bambini della sua età, quello che fanno gli altri e che non riesce a fare lui, ecc….per me lui è così punto e basta, e non vorrei un fratello diverso.

Purtroppo mio padre invece è stato letteralmente travolto da mio fratello….non so se è perchè aveva già visto crescere me e mia sorella in modo “normale”, ma è completamente annientato….giorno dopo giorno….e non c’è modo di fargli vedere le cose in modo più positivo. Comunque….anche io a volte mi sento a disagio quando porto mio fratello in giro, ma a darmi fastidio non è lui, con i suoi comportamenti, con la sua andatura goffa, col suo modo di parlare “strano” e col suo tono di voce particolarmente forte e squillante…a darmi fastidio sono le occhiate della gente, il loro comportamento, gli sguardi, ecc.

Ormai sono abituata e cerco proprio di non guardare in faccia nessuno quando sono con lui, ma non è stato semplice all’inizio. Ricordo chiaramente, come se fosse ieri, quando mi sono resa conto che la gente vedeva mio fratello come un “ritardato”….fino ad allora ero ancora “accecata” dalla sua bellezza e simpatia. Lui aveva circa 2 anni e mezzo io 17. Ero uscita da sola con lui e l’avevo portato sulle giostre. Ovviamente, avendo imparato a camminare da poco, era molto traballino, e dovevo praticamente andare sulle giostre con lui, da solo non riusciva! In quel periodo a volte si batteva con la manina sulla testa a ripetizione. Non so perchè….però a volte lo faceva. Ad un certo punto ha iniziato a farlo, e vicino a lui c’era un bambino più grande.

Ha iniziato a guardarlo come se fosse ipnotizzato, a bocca aperta e poi ha iniziato a urlare alla mamma “ma perchè quel bambino si picchia la testa? Ma è scemo??” Continuava a dirlo, perchè la mamma non gli rispondeva…Mio fratello lo guardava e ovviamente non capiva che lo “scemo” fosse rivolto a lui. Poi ha iniziato ad imitarlo, battendosi anche lui sulla testa con la mano…e rideva. Inizialmente ho cercato di far finta di niente….dopo circa un minuto ho preso in braccio mio fratello e sono tornata a casa. Ricordo che quel giorno ho pianto tantissimo.

E’ indescrivibile la sensazione che ho provato…ma penso che voi capiate benissimo…Secondo me vostra figlia prova le stesse cose, non è la sua sorellina a darle fastidio, ma il fatto che la gente si ferma, guarda, commenta, di fronte ai comportamenti “speciali” dei nostri bambini! Per noi sorelle c’è anche il fatto che…diciamo…non siamo noi che abbiamo generato i nostri fratelli o sorelle “speciali”, ce li siamo ritrovati. Quindi sarebbe anche normale un “rifiuto” da parte nostra.

Conosco una bambina gravemente autistica di 14 anni che ha 2 sorelle più grandi…le quali non ne vogliono sapere di lei, per esempio. Io spesso penso al futuro…quando i miei non ci saranno più, saremo io e mia sorella a doverci occupare di nostro fratello….! Avremo sempre la nostra famiglia a cui pensare (prima o poi ci sposeremo anche…..) e lui. Sarà un futuro moooooooolto lontano…però sarà così e non passa giorno in cui io non ci pensi.

Non sarà facile…..ma si farà! Ci sono tanti sentimenti in gioco, molti di più di quelli che ho descritto ora, e se è difficile per me, non oso immaginare per tua figlia…Tirando le somme….secondo me i comportamenti della bambina sono più che normali….bisogna solo fare in modo che esterni sempre quello che ha dentro…ma mi sembra che stia già accadendo! Spero di esserti stata un po’ utile…A presto!

XX:

Bellissima, commovente e meravigliosa questa descrizione di xxxxxx. Complimenti sia per questo che, soprattutto, per l’atteggiamento e l’amore che hai nei confronti di tuo fratello. Mia figlia ha quasi 10 anni, 6 più di xxxxx. Lei non ha mai pensato al fratello come anormale, benchè sappia della sindrome e veda benissimo che è diverso dagli altri bambini di quella età, magari fratellini delle amiche che si comportano ovviamente in maniera diversa.

E’ molto protettiva e se le amiche le domandano perché suo fratello non sa camminare, correre o parlare (a seconda del momento in cui l’hanno chiesto) lei ha semplicemente risposto , difendendolo, la verità. Ed ovviamente le amiche non han capito la risposta. Poi c’è anche da dire che lei lo vede normale anche perché effettivamente non è MOLTO diverso, nel senso che non ha subito il trauma di vederlo in situazioni critiche, come ad esempio alimentato dal sondino, con crisi convulsive ecc. che ovviamente avrebbero turbato la mente di qualunque bambino!

Per fortuna nostro figlio ha avuto uno sviluppo senza intoppi evidenti quindi lei lo vede così com’è e lo accetta come tale, gli vuole un mondo di bene e mi ringrazia spesso per averle dato un fratello così meraviglioso. Nostro figlio è un bambino tranquillo, non aggressivo, per cui giocano volentieri insieme. Spero che anche andando avanti col tempo continui così e non si vergogni di/per lui. Poi ogni bambino/a ha il suo carattere, non è possibile scindere questo, sia che abbiano una sorella normale oppure no.

Secondo me sei fortunata che tua figlia sia forte e che riesca ad esprimere ansie, paure e soprattutto a riconoscere e chiedere aiuto. E’ un atteggiamento di grande maturità che spesso nemmeno gli adulti hanno. Ed il suo comportamento mi sembra giusto e normale… chi di noi non ha “odiato” almeno qualche volta il proprio fratello o sorella? Io ho un fratello (normale) di 6 anni più giovane di me.

Andiamo molto d’accordo, ma ricordo che nel periodo in cui io avevo 12-18 anni non lo sopportavo molto, per me era un rompiscatole impiccione moccioso ecc ecc. perché la maturità era diversa, così come lo erano le esigenze… Questo per dire che il rapporto nel tempo può cambiare, e generalmente in meglio!

XX:

Eccomi all’appello… mia figlia ha un fratellone con la bellezza di precisi precisi dieci anni in più ed una sorella di 7 anni e mezzo più grande. Essi hanno accettato la sorella con atteggiamenti diversi l’uno dall’altra. Io, quando ho scoperto di essere in attesa della nostra bambina, ho inizialmente rifiutato la gravidanza perchè mi sentivo “vecchia a 33 anni”, perchè avevo da poco iniziato a lavorare e perchè pensavo che la famiglia fosse già al completo.

Dopo, quando ho avuto la sconvolgente notizia che non tutto era a posto (vedi malformazione cardiaca per stenosi sopravalvolare, diagnosticata con ecografia strutturale e successiva amniocentesi) ho lottato persino contro mio marito per portare avanti la gravidanza. A volte ritengo che avrei fatto meglio a dare retta a loro, avrei cresciuto gli altri due figli con più tenerezza e disponibilità. Fatto è che quando è nata la mia bambina, luce dei miei occhi, anche la loro infanzia è cambiata, io ero spaventatissima e disorientata e ho affrontato i disagi, le curiosità della gente con rabbia, decisa a fare di tutto per recuperare il recuperabile.

Il mio primogenito ha assorbito la mia rabbia, è stato sempre capace di non farmi avvilire nei momenti di crisi, ma noto che adesso esprime queste emozioni negative più di prima, come se la situazione gli gravasse ora più di prima, sarà che adesso sente più delle ansie anche per la fase dell’adolescenza. Fatto è che adesso sta apprestandosi a scegliere un percorso universitario che lo portarà ad aiutare le persone in difficoltà fisiche. Ha deciso di studiare per diventare fisioterapista.

Forse, inconsciamente, questa è la risposta a tutti i perchè ed i percome non risposti sulla malattia della sorella che per lui è una persona uguale alle altre, da educare senza troppe tenerezze, perchè per lui sono solo peggiorative, più dei veri impedimenti, siano essi fisici e/o mentali della sotos. La secondogenita ama smisuratamente la sorella ed ha un atteggiamento molto più dolce, rispetto al fratello. Lei gioca tanto con sua sorella: cantano, ridono, urlano, bisticciano, fanno la pace. Lei mi rimbecca continuamente se non accontento la piccolina su un qualsiasi desiderio, lei mi rimprovera se a volte sono un poco disattenta all’aspetto esteriore della sorella.

Lei che non ci pensa un attimo a farmi notare che non sempre sono imparziale tra loro tre, anche lei ha scelto un percorso di studi per capire di più la psiche della sorella, sta infatti frequentando il liceo psicopedagogico con l’intenzione di diventare psicologa. La rivalità tra i miei primi due figli è lampante, a volte non so se è maggiore quella per contendersi il mio amore o quello della piccolina che rappresenta per loro fonte di amore, ma anche di piccoli disagi perché le parole fuori posto della gente, o le occhiate a volte feriscono più delle lame.

La diversità della sorella, per entrambi ha dato vita alla necessità di capire di più la psiche umana. Ha dato lo spunto anche a loro di mettersi in discussione, questo però significa crescita interiore, ma anche tanta ansia che, a mio avviso, all’improvviso, adesso, domani o mai, chiederà il saldo del conto.

RB:

Ragazze, Vi ringrazio immensamente per le Vs.testimonianze…ho desiderato questi momenti come non mai….le rileggerò ancora una alla volta per assaporare bene il conforto che traspirano…Secondo Voi se chiedessi a xxxxx o al figlio xxxxx di scrivere delle lettere aperte a mia figlia , tenendo conto che ha 9 anni ma che come avete avuto modo di leggere, scrive anche sue poesie….lettere da sorella/fratello maggiore a sorella maggiore, cercando di farle condividere con loro, la propria esperienza…faccio più danno che altro ???? Il modo per sottoporgliele, lo trovo io le posso dire che nel gruppo Sotos (che lei sa che esiste…), anche i fratelli/sorelle hanno potere di parola….Consigliatemi…Grazie

XX:

Io sono disponibile a scrivere alla piccola E., dici che le potrà essere d’aiuto quello che ho scritto a te…in forma più semplice?

SC:

Secondo me, visto che è matura per l’età e sa cosa vuole…. dovresti chiederglielo, se le fa piacere ricevere lettere di altri fratelli ecc ecc. In questo modo le dai la possibilità di “gestire la situazione” per quel che le compete e non la fai entrare in crisi ritenendo di avere il controllo della situazione.

AC:

Ciao ragazze! Direte..finalmente si fa sentire! …beh…mi sono accorta solo ora di questa interessantissima discussione, così voglio parlare anche io della mia esperienza. Mio figlio maggiore tra qualche giorno compirà 8 anni per cui è quasi coetaneo della figlia di Rossana e di xxxxxxx .

Sicuramente ora la nostra situazione è cambiata (in peggio purtroppo) per cui la gente ho notato che guarda Lorenzo con occhi più di pietà per quello che gli è successo, mettendo in risalto quello che prima era in grado di fare con tanta minuziosità che non avrei immaginato avessero notato in precedenza…ed ora arriviamo al dunque!; da premettere che il nostro primogenito è sempre stato molto protettivo nei confronti di Lorenzo anche quando erano più piccoli e gli altri loro coetanei chiedevano come mai non camminasse o non parlasse aveva sempre la battuta pronta, dicendo che era ancora piccolo anche se sembrava più grande o che l’avrebbe imparato in seguito con calma.

Non nascondo che anche io mi sono sentita parecchie volte a disagio quando lui faceva i capricci e urlava senza riuscire a calmarlo perché voleva a tutti i costi qualcosa (l’avessi accontentato, mannaggia a me) e io non riuscivo a tenergli testa! Ma quanto ero orgogliosa di lui quando invece giocava con il fratellino e ridevano a squarciagola rincorrendosi e salivano sui giochi e il più grande mandava avanti sempre lui a provare un gioco nuovo e lui sempre sicuro di se e spericolato! Il nostro primogenito ha fatto la 2° elementare e se leggete i suoi pensierini, Lorenzo è sempre presente.

Descritto sempre in positivo, sempre con la speranza che tornerà come prima…a volte però mi dice che tante cose non se le ricorda più e un giorno addirittura in lacrime mi ha chiesto di parlare di suo fratello, di come era prima per mantenergli vivo il ricordo. Penso che con il carattere vivace ed estroverso che si ritrova, abituato a non avere peli sulla lingua, saprà sempre cosa rispondere.

Spesso insieme a me visita il gruppo Sotos e vede che ci sono altri bimbi che somigliano molto a Lorenzo…e che ci sono tanti bimbi “speciali” e sicuramente crescerà con una ricchezza in più sensibilizzato ai problemi verso il prossimo. Non vi dico quanto siano legati l’uno all’altro (passano solo 2 anni) e lui lo imbocca volentieri se vede che io sono occupata, lo fa giocare, gli si rivolge con dolcezza e se lo riempie di baci e lui muore dal ridere per ogni cosa che fa suo fratello e si fa fare di tutto. Non penso di essere stata tanto di aiuto ma se volete potrei far scrivere qualcosa anche a lui a tua figlia su cosa ne pensa ad avere un fratellino tanto speciale!

RB:

Volevo dirvi che xxxxx ha mandato un paio di msg a nostra figlia, la quale si è dimostrata sorpresa che un’altra sorella maggiore Le scivesse, ha risposto, evidenziando molto bene direi il rapporto conflittuale con la sorellina (xxxxx potra’ poi darvi la sua opinione). Ritengo che questa parentesi mi abbia fatto capire che nostra figlia è ancora piccola per gestire da sola una cosa così grande, come avere una sorella “così grande”, è stata contenta che xxxxx le si sia rivolta a lei in modo del tutto naturale, dicendole cose che anche lei prova. Io e mio marito stiamo decidendo una cosa anche per nostra figlia, un percorso tutto per lei da fare con una persona che la possa aiutare a gestire le sue emozioni e ansie.

XX:

Ciao a tutte! Sì…direi che tua figlia è stata molto chiara sul suo rapporto con sua sorella! Mi ha colpito soprattutto quando ha detto che Gloria “vi interrompe al 100%”. Anche mio fratello lo fa, in qualsiasi cosa che facciamo in casa lui deve sempre essere presente, dire la sua, interrompere, disturbare, ecc… ma io, essendo già grande, non ne sono gelosa e cerco ogni di volta di fargli capire che non esiste solo lui e di lasciarci in pace a parlare o a fare quello che stiamo facendo. Penso però che se avessi l’età di vostra figlia mi peserebbe molto la cosa. Sono felice che le abbiano fatto piacere i miei messaggi….se vuole può continuare a scrivermi, sono disponibilissima a continuare la corrispondenza se può essere d’aiuto! Baci baci!

AC:

Brava xxxxx, è una cosa molto utile quello che stai facendo perchè a volte se ne parla tanto ma dal punto di vista pratico non si sa come intervenire…e voi lo avete fatto nel modo giusto, scambiandovi opinioni e parlando delle vostre esperienze che vi accomunano: solo così si riesce a ridimensionare il “problema”e a sentirsi meno soli!
‘Giugno 2010

Anna

La nascita di Michela per noi è stata una benedizione, quello che ci voleva per Serena e anche al momento giusto… esattamente 3 anni e mezzo dopo.

E’ stata fin da subito uno stimolo ed il loro interagire positivo per entrambe.
Alcuni problemi sono sorti nel momento in cui ho deciso di portare Michela verso i dieci mesi nella cameretta che fino ad allora era stata solo di Serena. Premetto che Serena ha dormito da sola nella sua cameretta fin dai 4 mesi senza problemi, invece Michela, anche se dormiva nella culla a fianco al mio letto, si svegliava più volte durante la notte, richiedendo coccole ed attenzioni prima di riprendere sonno.

Con il passaggio nella cameretta Michela non ha perso questa sua abitudine e Serena si è resa conto che durante la notte io mi prendevo cura della sorellina.
Anche lei ha cominciato a svegliarsi e a pretendere che io le stessi accanto durante la notte.
Per la quiete notturna sono stata costretta a dormire anche io in cameretta…. portarle entrambe sul lettone non mi sembrava la soluzione giusta, quindi se “Maometto non va alla montagna…. la montagna va da Maometto”.

Pensavo potesse essere una cosa momentanea ma non sono riuscita a risolverla nel breve. E’ iniziato un calvario che è durato più di un anno e mezzo in quanto ogni sera dovevo prepararmi la mia poltrona-letto e accudire le esigenze notturne delle mie bimbe.
La soluzione anche questa volta è arrivata grazie ai preziosi suggerimenti della terapista di Serena. Mi ha fatto capire che per risolvere la situazione innanzitutto dovevo essere convinta io, poi avrei potuto convincere anche le bimbe.

Dovevo essere pronta e decisa, con l’aiuto dell’autorevolezza del papà, a far capire alle piccole che quella era la loro cameretta, che il mio posto era nel lettone insieme al babbo, non lì con loro. Michela nel frattempo aveva un pochino rallentato le sue pause di sonno e capitava che si svegliava solo una volta durante la notte.

Era arrivato il momento di ristabilire la normalità nella nostra casa e il tutto doveva avvenire in un’unica soluzione, senza ripensamenti o compromessi (nello stile che ha Tata Lucia). Abbiamo fatto dei cambiamenti nella stanza facendo capire alle bimbe che ormai erano cresciute, che anche Michela poteva dormire nel letto da grandi come faceva Serena e abbiamo predisposto il tutto; abbiamo messo sulla porta della cameretta le iniziali delle bambine, continuando a ribadire che quella era la stanza di Serena e di Michela e che di notte ognuno dorme nel proprio letto (questa era la regola fondamentale da rispettare)!!!

Il risultato è stato eccezionale perché io sono tornata a dormire nel mio letto e loro hanno cominciato la loro nuova convivenza nella cameretta rinnovata, il tutto nel giro di una notte.
Se Michela si svegliava era Gabriele che si alzava, ricordando la regola!
Ha funzionato davvero e il merito come già accennato è in gran parte della terapista che non solo ci ha indicato la strada, ma preparava al cambiamento Serena anche nelle ore in cui lavorava con la bimba.

Serena e Michela sono molto diverse tra loro caratterialmente. La prima molto sensibile, tranquilla, generosa, nella maggior parte del tempo serena di nome e di fatto; la seconda molto forte, decisa, che sa quello che vuole e come ottenerlo. Anche i gusti nei giocattoli totalmente diversi…. Serena ama le bambole (abbiamo una collezione di Ciccio Bello incredibile), i biberon, le pentoline, passeggini, insomma tutto l’occorrente per fare la mamma…… Michela invece ama in maniera sconsiderata gli animali, quali peluches, animali di plastica di ogni dimensione, da fattoria, della savana, della foresta, d’acqua, ecc. Le piacciono molto anche i giochi per maschietti quali per esempio Ben Ten, dinosauri e mostri vari… un vero maschiaccio… pensate che non vuole indossare le gonne perché le impedirebbero di correre liberamente!!!

Tornando alla nostra storia, man mano che Michela cresceva assumeva degli atteggiamenti competitivi nei confronti di Serena…. non solo voleva fare tutto quello che la sorella faceva, ma lo doveva fare meglio e come diceva lei doveva “vincere”…. Tutto era uno spunto per gareggiare…. esempio chi arrivava prima al portone d’ingresso, chi salutava per prima la nonna, chi prendeva prima un gioco, ecc., ….. All’inizio ho pensato che questo comportamento derivava dal suo carattere forte e deciso, ma qualche dubbio è arrivato quando mi ha rivolto la seguente domanda: “Mamma, perché non hai fatto nascere prima a me?”….. Ho cominciato a pensare che lei in qualche modo risentiva delle attenzioni maggiori che involontariamente per iper-protezione riversavamo su Serena.

Michela, inoltre, ha sempre raggiunto le sue tappe evolutive in maniera spontanea, senza dover mai ricorrere a degli stimoli oppure espedienti… non dovevamo aspettare nulla perché gli obiettivi erano raggiunti sempre con facilità e naturalezza….. forse a mancare era la giusta gratificazione che poteva sembrare squilibrata, ma ci è sempre venuto spontaneo acclamare un risultato positivo di Serena in quanto più faticoso e sudato…. non che non venisse fatto con Michela, però pensando con il senno di poi, l’enfasi non era la stessa…. Con una ragione di fondo tra l’altro…. evitare una frustrazione a Serena che poteva rendersi conto della differenza e della facilità con le quali la sorellina proseguiva nella sua strada.

La conferma l’ho avuta parlando con le maestre di Michela, le quali mi hanno descritto una bambina che non conoscevo…. assolutamente ligia alle regole, tranquilla, quasi timida, assolutamente “non in competizione” con gli altri!
L’avevamo combinata grossa!!!!
Negli ultimi periodi abbiamo provato a rimediare riequilibrando i nostri atteggiamenti e puntualizzando che ognuno di noi è diverso e le cose si possono fare in mille modi.

Abbiamo cercato di dare le giuste e dovute attenzioni a entrambe le bimbe in egual misura e quando possibile abbiamo cercato di privilegiare il tempo con Michela per recuperare quanto perso. Abbiamo cercato anche di valorizzare le qualità della piccola che, per esempio, è bravissima in disegno, apprezzando i suoi piccoli capolavori.
Ne abbiamo persino parlato alla neuropsichiatra che segue Serena e ci ha consigliato di raccontare quanto accadeva alla psicologa del centro per avere un confronto e verificare se il nostro comportamento adesso potesse risultare più equilibrato oppure se dobbiamo ancora fare dei cambiamenti.

E’ proprio vero che fare i genitori è la cosa più difficile di questo mondo!

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